Padre Costantino

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Il giorno 25 giugno 2007, muore Padre Costantino Ruggeri, fondatore e presidente della Fondazione Frate Sole.

 

“Mi è toccata la grazia e la gioia di aver identificato la mia fede nell’arte e la mia arte nella fede”.

Pittore, scultore, vetratista, “batisseur d’églises” e infine – o innanzitutto – frate francescano e sacerdote, Padre Costantino era, come lo definì Mario Sironi, soldato di due milizie: quella della fede e quella dell’arte.
Dall’infanzia nella campagna di Franciacorta alla giovinezza in convento a Busto Arsizio e a Trento, all’ordinazione sacerdotale a Milano, dalle prove pittoriche ai grandi capolavori che fanno di lui il principale artefice dei rinnovamento dell’arte sacra in Italia, la storia di Costantino Ruggeri, uomo di fede e di religione, si intreccia indissolubilmente con quella dell’artista.


“Il mio vero voto personale – equivalente per me artista ai tre voti di me frate – è questo:
mai tradire, a nessun costo, la bellezza”.
E, citando Dostojevskij: 
“Solo la bellezza salverà il mondo”.


Artista e uomo scomodo che intende la fedeltà (al passato, alla società, alla Chiesa) solo nella libertà di rinnovarsi completamente, Ruggeri ha sempre evitato nel suo lavoro manierismo e piacevolezza, congenitamente refrattario agli schemi e ai feticci sacri e profani, come soprattutto al micidiale luogo comune del “si è sempre fatto così”.

Amico dei massimi rappresentanti dell’arte italiana dei nostro secolo – da Fontana a Sironi, da Morandi a De Pisis, da Manzù a Carrà – Costantino Ruggeri, operaio di sogni, ebbe nel 1960 l’incontro forse decisivo dei suo itinerario, quello con Le Corbusier. Da allora “l’architettura dello spazio mistico” ha costituito la sua principale occupazione: “costruire una chiesa che non separasse, ma unisse alle sue strutture tutto il creato, la luce, gli alberi, le immagini vive, i suoni naturali della natura”. E non a caso, proprio lui, nella sua soffitta sospesa tra i tetti di Pavia e il cielo, nel silenzio e nella preghiera ha creato il nuovo Santuario dei Divino Amore di Roma “l’armonia vivente di una grotta azzurra” e fu artefice della Fondazione Frate Sole per captare nel mondo lo splendore del sublime e la passione del divino.


A chi gli chiedeva il perché di queste iniziative, rispondeva con il candore del ragazzino di Franciacorta, riferendosi a Matisse:

“Sono soltanto fiori che faccio sbocciare ogni giorno per la felicità degli uomini”.