VI edizione – 2015

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Il giorno 5 giugno 2015, nella sede della Fondazione Frate Sole in via Paratici 21 a Pavia, si è riunita la Giuria della Fondazione per la valutazione delle proposte pervenute alla VI Edizione del Premio Europeo di Architettura Sacra ammesse a giudizio.

La giuria riunita è così composta: Luigi Leoni, Giorgio Della Longa, Esteban Fernández Cobián, Andreas Meck, Vincenzo Melluso, Giuseppe Russo, Paolo Zermani.

La giuria, attraverso successive selezioni, ha potuto esprimere una graduatoria condivisa; si segnala ancora una volta che, oltre ai lavori classificati e quelli segnalati oggetto di una articolata valutazione, altri progetti con motivi di interesse sono stati considerati e scartati in virtù di una non condivisa valutazione da parte di alcuni componenti della giuria.

Ciò premesso, viene espressa attraverso il seguente giudizio l’attività della giuria, consegnando al Consiglio di Amministrazione della Fondazione quanto emerso collegialmente.

PRIMO PREMIO

DAMIAN HOLOWNIA

Seminario per il periodo propedeutico a Lublino, sul lago Zemborzycki

 

La tesi di laurea riguarda il progetto di un nuovo seminario cattolico per i corsi propedeutici degli studi teologici. Si tratta di un articolato complesso, collegato al seminario maggiore della Diocesi di Lublino, dedicato ai primi due anni del percorso di studio degli aspiranti sacerdoti.

Il sito prescelto, un’ansa appartata e boschiva del lago Zemborzycki, pur prossimo al centro cittadino, determina una sorta di isolamento dell’edificio dal contesto urbano a garantire riservatezza e favorire il grado di consapevolezza dei canditati nel loro percorso di vita.

Il programma di lavoro colpisce per la densità dell’analisi che tocca aspetti di carattere religioso ma anche sociale; il proposito è infatti quello di creare un luogo appartato, rigoroso, quasi ascetico, in cui i canditati si possano porre in diretto rapporto con il difficile percorso scelto. L’autore pone il proprio fare in stretta relazione con la crisi vocazionale che attraversa anche l’est europeo, attribuendo alla severa architettura progettata un ruolo di significativa interazione col percorso spirituale dell’individuo.

Il programma funzionale e architettonico è complesso, correlando strettamente luoghi legati alla funzione formativa con quelli di carattere spirituale sino a quelli per il quotidiano. Tale complessità è brillantemente risolta con un cura per le relazioni interne e con l’esterno lodevole.

Il programma è innervato sul percorso principale che collega le aree funzionali e che si condensa nella cappella, cuore dell’intero complesso. Cappella che non emerge nello skyline ma viceversa si radica nell’alveo formato dei percorsi ad essa correlati.

Con mano sicura l’autore governa le difficoltà del programma attraverso un rigoroso uso della forma e dei materiali quali il calcestruzzo a vista di sapore brutalista e la sequenza di tavole verticali che accompagnano il percorso principale.

Il governo della complessità più che la specifica soluzione del luogo sacro ha colpito favorevolmente la giuria che propone tale lavoro quale vincitore del premio.

SECONDO PREMIO

GEORGIOS KOKOLAKIS

Nuovo Tempio cristiano ortodosso

 

Lo scopo della tesi è quello di indagare la fondamentale questione “cosa è il tempio Cristiano Ortodosso, cosa esso esprime e come dovrebbe essere disegnato”, oggi.

L’interpretazione ortodossa dell’edificio cristiano è il topos da cui prende avvio la serrata analisi sulle invarianti del Tempio, su cui la tesi in profondità indugia. Valori e significati rivelati che rappresentano le costanti della costruzione del tempio ortodosso, anche se non sempre in forma immediatamente leggibile, che devono essere espressi anche in un Tempio contemporaneo. Infatti, le modalità dell’espressione spaziale, che potrebbero essere diversificate, derivano dalla profonda comprensione dei significati, anche se non necessariamente devono ripetere in maniera passiva forme del passato. Anzi, secondo l’autore, l’attaccamento ossessivo a queste è una superficiale espressione di rispetto del vero significato della tradizione.

La sintesi progettuale si esprime attraverso materiali contemporanei, quali il cemento armato, e forme che in un misurato dialogo col passato rivisitano nella contemporaneità le invariati del tempio. Elaborata è la ricerca della luce che dalla cupola piove con significative varianti nella nave e nel santuario rispetto alla dimessa luminosità delle aree periferiche.

Il progetto in questione significativamente si pone su un piano di ricerca progettuale che non era stata rilevata nei numerosi progetti in ambito Ortodosso che il Premio ha accolto in passato. Ciò in particolare è stato positivamente giudicato dalla giuria più che le considerazioni di natura strettamente formale, anche per il dialogo a distanza con quel tempio ortodosso che, unico edificio non secolare, sta vedendo la luce a Ground Zero.

TERZO PREMIO

ANTONIO ACOCELLA

Chiesa e complesso parrocchiale di San Giuseppe a San Cesareo (Roma)

 

L’intervento è localizzato in una area a San Cesareo, località posta a sud della capitale nella Diocesi di Palestrina. Prendo spunto da una concreta esigenza manifestata in ambito locale per la realizzazione di un nuovo complesso parrocchiale su un’area soggetta a vincolo per le importanti testimonianze archeologiche colà ritrovate.

Il progetto prevede, rispetto al caso concreto, la rinuncia ad edifici residenziali per qualificare l’area attraverso un complesso parrocchiale in dialogo con l’area archeologica e il relativo polo museale.

Misurata e rigorosa, la composizione è stata apprezzata dalla giuria sia per l’efficace disposizione degli elementi nel lotto che per l’espressiva forma riservata al semplice edificio ecclesiale in cui l’autore si esprime con l’arcaico rimando alla capanna.

In questo singolare ripido coperto in paglia che recupera un elemento della memoria collettiva, abitazioni in uso in un non lontano passato, la comunità può ritrovarsi e raccogliersi.

L’autore governa la disposizione interna dell’edificio sacro secondo principi orientati da un lettura della fase pionieristica dell’architettura del Movimento Liturgico e questo grado di approfondimento, anche se non pienamente convincente nella sintesi elaborata, è stato apprezzato dalla giuria.

Segnalazioni

Infine, la giuria ha ritenuto di menzionare i seguenti progetti che hanno raggiunto la fase di finale di valutazione:

MARIANGELA LUDOVICA SANTARSIERO

Complesso parrocchiale a Roma

tesi di Laurea discussa presso l’Università di Roma La Sapienza

ANDREAS BRUNVOLL, PEDER BUA

Monastero Benedettino a Selja (Norvegia)

tesi di laurea discussa alla Norwegian School of Science and Technology

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